Un’avventura magica alla scoperta del ciclo dell’Acqua,
un viaggio tra le emozioni legate a questa risorsa importantissima per la vita,
per imparare, giorno per giorno, a prendercene cura.

C’era una volta una Gocciolina d’acqua, piccola piccola. Era nata in alta montagna, tra la neve e le stelle alpine, dove le nuvole ti accarezzano e le stelle del cielo sono così vicine che ti sembra di poterle toccare. Sua madre, la Sorgente, la cullava dolcemente tra le rocce e suo padre, il Bosco, la proteggeva con la sua ombra dai raggi del sole che di giorno rischiavano di farla evaporare.
Un giorno Mamma e Papà insieme la presero da parte. “Gocciolina – le dissero – c’è qualcosa di importante che devi sapere. Vedi il ruscello che nasce dalla nostra casa? Scende fino ai piedi della montagna e si perde nel fiume che scorre nella vallata. Tra qualche tempo sarà il tuo turno di scivolare via.
Ti unirai alle tue sorelle e diventerai Ruscello, poi Fiume ed infine Mare, il grande Mare Blu: la più grande distesa d’Acqua su questo pianeta chiamato Terra”. Nell’udire quelle parole, Gocciolina sgranò gli occhi. Non era sicura di capire, ma da quel momento cominciò a pensare al Mare intensamente, desiderando con tutta se stessa di poterlo conoscere. La notte restava sveglia e interrogava le Stelle sopra di lei: “Voi che dall’alto vedete tutto, l’avete mai visto il Mare? Lo conoscete? Com’è fatto?” chiedeva. “E’ immenso! – le rispose una Stellina gentile – E’ così grande che non riesci a capire dove finisce lui e dove comincia il cielo! Ed è sempre in movimento…fa da casa a tanti animaletti colorati, grandi e piccoli: li chiamano pesci, granchi, molluschi… All’alba e al tramonto si tinge di rosso ed è così bello che guardandolo ci si può innamorare, ma quando si arrabbia è tremendo e tutti hanno paura di lui!”

La curiosità di Gocciolina cresceva di giorno in giorno, finchè…una mattina accadde ciò che tanto aspettava. La pozza d’acqua in cui si trovava traboccò, insieme ad altre Goccioline sue sorelle scivolò fuori e cominciò il suo viaggio verso il fiume.
Per un attimo si sentì un po’ spaventata, ma pochi istanti dopo eccola già divertita a rotolare, saltellare tra le pietre e a giocare con gli spruzzi, mentre la corrente del ruscello la portava verso il suo destino. “E’ bellissimooooo!” gridava Gocciolina, assaporando per la prima volta il gusto della libertà.
Raggiunto il fondo valle, si cominciava già a vedere il punto dove il ruscello confluiva nel fiume.

Gocciolina pregustava il momento in cui sarebbe stata accolta in un corso d’acqua molto più grande e una corrente più impetuosa l’avrebbe trascinata più rapidamente verso il Mare, quando…accadde qualcosa di imprevisto.
Gocciolina venne improvvisamente risucchiata in un tubo di metallo, stretto e buio. La luce del sole scomparve ai suoi occhi e si senti trascinata da una forza sconosciuta…dove, non sapeva, ma aveva la sensazione che non si trattasse del Mare e questo non le piaceva affatto…
Quando il tunnel terminò, si ritrovò in una vasca enorme, piena d’acqua. Forse era quello, il mare?

Decisamente no. Non era abbastanza grande e sopra di lui non c’era il cielo, ma muri grigi, tanti omini tutti indaffarati e una strana, enorme macchina mangia-acqua, collegata a tanti oggetti di plastica trasparenti. Gli omini li chiamavano “bottiglie”.
Camminavano tutte in fila su una specie di tappeto mobile fino alla macchina mangia-acqua, dove venivano riempite fino all’orlo e portate via.
Gocciolina non ebbe il tempo di capire dove si trovava, perché venne subito aspirata dalla macchina mangia-acqua e in pochi secondi si ritrovò chiusa in una bottiglia di plastica.
Che strano: dalle pareti trasparenti poteva vedere fuori, ma…non poteva uscire! L’acqua all’interno della bottiglia era immobile: niente corrente, niente salti, niente spruzzi, niente più giochi: Gocciolina e le sue sorelle non erano affatto contente… La bottiglia continuò a camminare e giunse ad un’altra macchina, con scritto “Anidride Carbonica”. Un tubicino cominciò a soffiare nell’acqua tante bollicine d’aria e tutto cominciò a muoversi intorno a Gocciolina, sballottandola come su una giostra. “Ehi – gridò Gocciolina – forse siamo in un Luna Park!!!” Quando il balletto finì, la bottiglia venne chiuse con un tappo e le venne posta un’etichetta: “ACQUA FRIZZANTE”

La bottiglia venne messa in uno scatolone con altre bottiglie tutte uguali e caricata su di un camion. Da quel momento, Gocciolina si ritrovò al buio e siccome dopo tutto quel trambusto si sentiva molto stanca, chiuse gli occhietti e si addormentò. Quando si risvegliò, era in un locale luminoso e pieno di gente seduta a tavola. Sulla finestra che dava sulla strada c’era una grande scritta: “Ristorante”.
Il tappo della bottiglia era stato tolto e qualcuno stava versando l’acqua…nel bicchiere di un’elegante signora bionda col rossetto sulle labbra e lo smalto rosso sulle unghie. Mentre la signora si portava il bicchiere alla bocca, Gocciolina pensò che il suo viaggio fosse finito: si fece piccola piccola, aspettando di scivolare nella gola della signora bionda.
“Che peccato – pensava – non vedrò mai il Mare!” Avrebbe pianto volentieri, se non fosse stata una gocciolina d’acqua grande proprio come una lacrimuccia.
Ma…sorpresa: la signora non aveva tanta sete: bevve solo metà dell’acqua che aveva nel bicchiere e se ne andò, lasciando Gocciolina sul fondo.

Gocciolina e le sue sorelle tirarono un sospiro di sollievo, dandosi un cinque! Ma il loro viaggio non era finito. Poco dopo un cameriere sparecchiò la tavola e Gocciolina si ritrovò in una macchina chiamata “Lavastoviglie”. Improvvisamente sentì un gran rumore e una cascata d’acqua si riversò su tutto ciò che aveva intorno. Acqua…e sapone: schiuma profumata che magicamente riusciva a staccare tutto lo sporco da piatti e bicchieri.
D’istinto Gocciolina si aggrappò con tutte le sue forze al fondo del bicchiere, ma la lavastoviglie ebbe la meglio e lei venne trascinata via…nel tubo di scarico. Anche questo tubo era stretto e completamente buio, Gocciolina sentiva intorno a sé odori sconosciuti…
Ad un tratto il tubo finì e Gocciolina si sentì precipitare in un tunnel molto più largo, in cui l’acqua era sporca, tutta appiccicosa e l’aria aveva un odore disgustoso. “Bleah…!!!” esclamò.

Ad un tratto il tubo finì e Gocciolina si sentì precipitare in un tunnel molto più largo, in cui l’acqua era sporca, tutta appiccicosa e l’aria aveva un odore disgustoso. “Bleah…!!!” esclamò. Stava cercando di staccarsi di dosso dei residui di cibo, quando vide, sul bordo dell’acqua che scorreva, un grosso Topo. “Ehi… – gli chiese – dove siamo? E come fai a stare in questa puzza tremenda?” – Il Topo la guardò stupito: “Questa è la mia casa – le rispose – è la fogna cittadina, dove noi Topi possiamo scorrazzare tranquilli e trovare un sacco di roba buona da mangiare: qui arrivano gli scarti di tutta la città!”
“Che schifezza…ma dove porta questo tubo???” chiese ancora Gocciolina mentre scivolava via portata dalla corrente.

Il Topo rispose in lontananza, ma lei non fece in tempo a sentirlo…
Ad un tratto si sentì nuovamente trascinare in un locale chiuso, passando attraverso fitte grate di metallo. Fece appena in tempo a vedere una scritta sul muro, diceva: “Depuratore”.
Da lì in poi non sentì più nulla e richiuse gli occhi, pensando che questa volta sì, sarebbe arrivata la fine.
Invece…no! Qualche ora dopo si risvegliò. C’era luce intorno a lei e l’acqua era di nuovo pulita. Solo…aveva un sapore strano, diverso dal solito. Sembrava…salata!
Gocciolina guardava, guardava…e intorno a lei vedeva solo acqua, come se non finisse mai!
Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi era il più bello che avesse mai visto. Pesci di ogni forma e colore nuotavano silenziosi in una meravigliosa foresta di alghe, curiosi animaletti sbucavano da rocce ricoperte di conchiglie e i raggi del sole facevano capolino da lontano, dalla superficie dell’acqua, creando bellissime sfumature nel blu.
Non sapeva cosa fosse, ma era bellissimo e lei si sentiva istintivamente orgogliosa di farne parte. Ondeggiò timidamente, come per tastare il terreno, poi fece una capriola: un’onda la sollevò delicatamente, come per giocare. Poi ne arrivò una seconda, poi una terza…era come una danza. Allora Gocciolina cominciò a rotolarsi tra le onde, ridendo e gridando: “Ma dove siamo???”

Alcuni pesci di passaggio, attratti da quel bizzarro balletto la guardarono e sorrisero: “Benvenuta nel Mare, Gocciolina!”
Di fronte a quello spettacolo magnifico, Gocciolina sentì il suo piccolo cuore traboccare di felicità. Il Mare non era più un luogo lontano, ma una parte di lei, di tutte le acque che scorrono, si uniscono e giocano insieme.
Tra le onde che la cullavano dolcemente, Gocciolina sentiva che il suo viaggio non era finito, ma che faceva ora parte di un’eterna e bellissima danza d’amore e bellezza. Mentre il sole tramontava, tingendo l’acqua di un blu profondo, Gocciolina si lasciò trasportare dalle onde, sorridendo tra sé:
“Sono qui, e sono felice. Sono nel mare…sono a casa!”
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