La lettura prenatale a partire dalla ventesima settimana di gravidanza rafforza lo sviluppo cognitivo del bambino.
Gli studi di neuroscienza hanno da tempo chiarito come la formazione del cervello, attiva a partire dalle due settimane successive al concepimento e per tutti i primi due anni di vita, dipenda in parte dal corredo genetico trasmesso e, in parte, dall’ambiente in cui il bambino nasce e cresce e dalle esperienze che gli vengono offerte.
Nel 2013 un gruppo di studiosi dell’Unità di Scienze
Cognitive (Istituto di Scienze Comportamentali) dell’Università di Helsinki (Finlandia)
hanno mostrato come bambine e bambini nati da madri abituate a leggere durante
la gravidanza e, in particolare, a leggere ripetutamente lo stesso testo ad
alta voce durante l’ultimo trimestre, riuscissero a riconoscere il suono delle
parole della storia fino a 33 ore dopo il parto. Gli scienziati ne hanno
dedotto che la memoria a lungo termine sia una funzione cerebrale già attiva
prima della nascita, che può essere allenata proprio con la lettura ad alta
voce.
Questa scoperta avrebbe grandi implicazioni sul
potenziamento delle funzioni cerebrali che supportano lo sviluppo del
linguaggio e si ipotizza che possa consentire azioni prenatali mirate ad
evitare l’insorgenza di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), coma la
dislessia.
Un articolo pubblicato sul blog inglese Smarter Baby spiega inoltre che la lettura durante la gestazione favorisce il futuro apprendimento del linguaggio e la capacità di concentrazione del bambino.
I nervi acustici, che trasmettono i suoni dall’orecchio al
cervello, e le aree acustiche cerebrali, le regioni del cervello deputate al
riconoscimento dei suoni, iniziano a svilupparsi dalla ventiseiesima settimana
di gravidanza. È a partire da questo momento che il bambino comincia a reagire
ai rumori e alle voci delle persone attorno. Già nei primissimi stadi della
crescita, dunque, si può esercitare il cervello del bambino a riconoscere suoni
e parole, ancora prima che sia in grado di comprenderne il significato. Questi
potranno poi costituire un punto di partenza per apprenderne di nuovi dopo la
sua nascita.
Durante la gestazione, inoltre, il bambino può acquisire la
capacità di distinguere la voce dei genitori da quella delle altre persone. E
dopo il parto, è più probabile che il bimbo manifesti una risposta alle voci
delle persone che ha ascoltato nel periodo della gravidanza.
I benefici della lettura prenatale sullo sviluppo emotivo
La lettura prenatale ha anche un’importante risvolto in
termini di emotività, affettività e capacità di relazione.
La lettura ad alta voce consentirà infatti al neonato di riconoscere le
voci dei familiari, traendone sicurezza e serenità, evocando il ricordo dei
suoni percepiti nei mesi trascorsi nel grembo materno.
I grandi benefici della lettura prenatale sono anche per genitori e per l’intero nucleo familiare.
Uno studio di Christi Bergin, docente al’Università di
Toledo, ha evidenziato che la lettura ad alta voce durante la gravidanza
permette ai futuri genitori di instaurare ed approfondire col nascituro una
relazione che andrà via via approfondendosi per tutta la durata della
gestazione, fino a culminare nell’esperienza del parto.
Questo riduce il distacco emotivo che talvolta si presenta
per la mamma durante la gravidanza e migliora la sua condizione psicologica
durante la gravidanza stessa. E non dimentichiamo che anche per i papà la
venuta al mondo di un figlio o di una figlia è un evento estremamente importante.
L’arrivo di un bambino segna inoltre un cambiamento enorme
nelle abitudini di vita della coppia e potrebbe determinare degli squilibri. La
lettura al pancione condivisa tra mamma e papà risulta molto utile per
rafforzare il legame della coppia, consolidando la struttura di un rapporto che
verrà messo notevolmente alla prova dalla nascita e dai primi periodi
successivi.
Un precoce allenamento alla lettura
Numerosi studi scientifici hanno infine posto in evidenza come la lettura prenatale induca nei familiari del bambino il piacere di proseguire anche nei mesi successivi al parto, gettando le basi per quello che può essere considerato un vero allenamento alla lettura in famiglia.
Molti genitori cominciano a leggere ad alta voce ai propri figli dopo la nascita: l’aver cominciato mesi prima, durante l’attesa,
amplifica i benefici di questa pratica, che secondo i Pediatri dovrebbe continuare anche oltre l’età scolare dei bambini (e proseguire nel tempo come sana abitudine che rafforza i legami familiari).
Si è infatti osservato come i bambini abituati a leggere con genitori dall’atteggiamento positivo e affettuoso mostrino più interesse e meno frustrazione nella lettura autonoma rispetto ai loro coetanei che leggono con genitori dall’atteggiamento più pratico e frettoloso.
Cosa leggere al proprio bambino nel pancione?
Sebbene il bambino non possa capire il significato di quello che gli viene letto, può cogliere il ritmo e il tono delle frasi, e ciò che più conta, avverte le reazioni emotive della madre.
Leggere thriller o storie horror, per esempio, può aumentare il livello di stress del mamma, e questo può produrre una risposta d’ansia nel bambino. Le letture rilassanti, spensierate e divertenti sono sicuramente le migliori durante il periodo della gestazione, e i libri per bambini sono un’ottima fonte di racconti che possono far bene sia alla madre sia al bambino.
“Leggere nel periodo prenatale è un grande gesto d’amore che pone le basi per una buona relazione futura. La madre, pian piano, prende consapevolezza del proprio ruolo, inizia a comprendere che il bambino è un essere distinto da sé, già con delle proprie esigenze, e si pone come specchio della realtà esterna, raccontando quello che accade al di fuori del pancione. Il feto, inoltre, può iniziare a familiarizzare con la voce/musica della propria mamma” (Donatella Romanelli, “Filastrocche della nanna”, 2012)
Diverse ricerche hanno evidenziato come il neonato sia in grado di riconoscere le storie che i genitori gli hanno letto/raccontato in particolare nell’ultimo trimestre di gravidanza e come sappia discriminare una storia conosciuta da una che gli viene letta per la prima volta.
Quando infine al neonato si legge o si racconta una storia che egli conosce già dalla sua vita intrauterina, si produce su di lui un effetto calmante: ciò può rappresentare per i neo-genitori anche un valido aiuto per consolare e tranquillizzare il piccolo quando piange o è agitato.
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