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Cos’è la propriocezione e perché è il segreto più sottovalutato dello sviluppo sano dei piccoli

Cos’è la propriocezione e perché è il segreto più sottovalutato dello sviluppo sano dei piccoli

  • Perché la libertà di movimento è così importante per lo sviluppo nella prima infanzia?

L’arrivo di un bebè è senza dubbio uno dei momenti più belli della vita, pieno di gioia e felicità, ma anche di tante preoccupazioni, soprattutto perché il neo arrivato monopolizza l’attenzione e l’energia di tutta la famiglia.

I neo genitori così impegnati sembrano concentrarsi su ciò che è più urgente, piuttosto che su ciò che è più importante e rischiano in questo modo di sottovalutare aspetti essenziali, che possono impattare negativamente sul presente e sul futuro del nuovo arrivato.

Uno di questo aspetti è proprio la libertà di movimento, fin troppo spesso sottovalutata, che è il presupposto fondamentale per prendere coscienza di sé stessi, del proprio corpo, con effetti benefici sia a livello psicologico che fisico, perché non solo riduce lo stress nel bebé, ma gli permette di svilupparsi in modo sano e naturale.

Si chiama propriocezione ed è la capacità del corpo di percepire sé stesso. Anche se è una materia molto complessa, possiamo riassumerla affermando che questo è il nostro settimo senso, quello che ci permette di sentire la posizione del corpo nello spazio, attraverso la stimolazione di ogni movimento.

Infatti ogni volta che un muscolo si muove o si allunga, piegando le articolazioni, i ricettori sparsi su tutto il nostro corpo permettono agli esseri umani di capire la posizione nello spazio, condizione essenziale per uno sviluppo corporeo sano.
Non facilitare lo sviluppo naturale di questo senso causa dei disordini propriocettivi, alla base di malattie più o meno gravi che bloccano lo sviluppo del bambino, ritardandolo e creando un forte stress emotivo, che si trasferisce sui genitori e su tutta la famiglia.

Chi soffre di questi disturbi non riesce a capire la posizione del corpo nello spazio, ma soprattutto non comprende i limiti quando gioca ed interagisce con gli altri bambini.

Cosa sono e come prevenire disordini propriocettivi

Di certo è sempre bene consultare il pediatra per avere informazioni più precise e dettagliate. Solo per informazione generale è bene sapere che molti bambini con disordini propriocettivi si sentono persi, scollegati, scoordinati e fanno un’enorme fatica anche nel compiere gesti semplici, come prendere un biscotto e portarlo alla bocca.

Questa condizione crea un forte stress al bambino, che è incapace di processare il problema e si sfoga con il pianto e la continua irritabilità.

Con il tempo questi disordini si trasformano in vere e proprie limitazioni ad una vita piena e felice. I genitori possono riconoscere questo fenomeno da comportamenti che i bambini più grandi sviluppano come adattamento a questa mancanza:

  • Il bambino effettua spesso delle ricerche sensoriali, cioè scrive troppo, gioca con durezza, sbatte o scuote i piedi mentre è seduto, mastica o morde: in poche parole cerca di compensare il disordine con maggiori informazioni sull’ambiente che lo circonda.
  • Il bambino ha uno scarso controllo motorio e una bassa consapevolezza corporea, quindi ha difficoltà a salire e scendere le scale, urta frequentemente persone e oggetti, ha grandi difficoltà ad andare in bicicletta o a compiere azioni complesse.
  • Il bambino ha uno scarso controllo posturale, quindi crolla in modo inatteso, è incapace di stare su un piede, ha bisogno di appoggiare la testa sulla scrivania durante lo studio o a scuola.

Insomma tutti i comportamenti che da un punto di vista superficiale fanno sembrare i bambini “strani” agli occhi della società, mentre al contrario sono bambini sanissimi, che hanno avuto micro difficoltà nella propriocezione, ma che senza un intervento tempestivo dei genitori si sono trovati di fronte ad un ingigantimento del problema, che più si va avanti con gli anni e più diventa complicato da gestire e risolvere.

Uno studio ha rivelato che questi disordini contribuiscono non solo alla diminuzione della pianificazione motoria e del controllo posturale, ma nel tempo provocano comportamenti dirompenti che influenzano negativamente la loro partecipazione alle attività quotidiane.

Non è colpa del bambino se fa fatica a processare le percezioni sensoriali, ma la società sembra trascurare questo dettaglio e si accanisce contro chi è portatore di questo disagio, così come contro chiunque sia ritenuto diverso.

Ma il nostro corpo è più intelligente di quanto pensiamo: ecco perché alcuni studi rivelano che quando il senso della propriocezione è in disordine, così come accade in numerosi disordini neurologici, c’è la possibilità di migliorarlo con l’integrazione di terapie specifiche che intervengono sugli stimoli sensoriali.

Prima di capire come intervenire, approfondiamo solo per un momento cos’è e perché è così importante la propriocezione.

L’intelligenza del movimento

Abbiamo detto che la propriocezione è il senso che dice al corpo dove si trova nello spazio e svolge un ruolo determinante nell’auto-regolazione, nella coordinazione, nella postura, nella consapevolezza del corpo, nell’abilità di focalizzarsi e parlare.
Fin da piccoli infatti sviluppiamo il senso delle diverse parti del nostro corpo, di come si muovono e di quanta forza hanno bisogno i nostri muscoli per svolgere le azioni quotidiane.

Ma quando nasce nel bambino il senso propriocettivo?

Ricerche piuttosto recenti dimostrano che il primo dei sensi a svilupparsi è il tocco, già attivo nel grembo materno ad 8 settimane con i primi ricettori nel viso, labbra e naso; entro le 17 settimane i ricettori saranno ben sviluppati in tutto il corpo.
Gli studiosi hanno anche evidenziato che lo sviluppo sensoriale intrauterino influenza fortemente lo sviluppo dopo la nascita del bambino, che con i propri movimenti ed il senso del tatto, forma una mappa mentale del proprio corpo.

Infatti, il feto si muove contro le pareti uterine ed incontra resistenza, trovando in questo modo la posizione più adatta, grazie alle percezioni propriocettive.

Ecco perché è estremamente importante che il bambino si senta libero di muoversi e di esplorare lo spazio che lo circonda.
Il senso propriocettivo è attivato dai movimenti liberi, come calciare con i piedi in aria, oppure giocare stando sulla pancia.
I movimenti vanno però protetti, perché mentre il bambino impara, c’è sempre il rischio di urtare oggetti pericolosi, o spigolosi ad esempio, con la possibilità di ferirsi.

Il gioco è uno dei momenti di apprendimento più importante, che aiuta il bambino a comprendere la posizione del proprio corpo mentre interagisce con l’ambiente, come ad esempio imparare a tenere un oggetto in mano senza ferirsi al viso, oppure camminare senza inciampare nei propri piedi.

“Imparare a cadere, rialzarsi e andare avanti è la migliore preparazione per la vita.”
Magda Gerber (educatrice)

Come favorire lo sviluppo propriocettivo

Care mamme e cari papà che volete dare ai vostri figli la possibilità di svilupparsi sani e felici, ecco una lista di attività che vi aiuteranno a tenerli in forma e rafforzare il senso di sè stessi:

  • Camminare e correre sono tra le attività più naturali da far svolgere ai bambini.
  • Stare sulle punte per prendere oggetti posizionati in alto.
  • Saltare sul letto o sul divano, tenendo il bambino per la vita.
  • Arrampicarsi sui giochi al parco
  • Masticare cibi croccanti, come verdure crude, frutta secca o biscotti.
  • Bere con la cannuccia.
  • Spremere pasta e mastice.

Potete anche essere creativi ed ideare molte altre attività simili, che aiutano il bambino a sviluppare un senso propriocettivo sano.

Se poi volete offrire a vostro figlio il massimo delle opportunità e cominciare ad “allenarlo” fin dal suo primo giorno di vita, potete seguire il consiglio di Maria Montessori e adottare fin dalla nascita il Topponcino, per accogliere il piccolino in un ambiente che coniuga alla perfezione il bisogno di protezione con l’ampia libertà di movimento.

Ecco come lo definisce la sua inventrice:

“Subito dopo la nascita il bambino deve restare il più possibile con la madre, e l’ambiente non deve presentare ostacoli al suo adattamento: la differenza di temperatura in confronto a quella cui era abituato nel periodo prenatale, l’eccesso di luce e l’eccesso di rumore (…).

Deve essere mosso e maneggiato con ogni cura, non abbassato di colpo per essere immerso nel bagno, né vestito con gesti rapidi e ruvidi – si ricordi che ogni gesto di chi maneggia un neonato è rozzo, data la sua estrema delicatezza, tanto fisica che psichica. 

La cosa migliore sarebbe non vestire il neonato, ma tenerlo in una stanza abbastanza calda e senza correnti d’aria, e trasportarlo su un materassino morbido, in modo che resti in una posizione simile a quella prenatale”.

Su questa base Maria Montessori ha progettato il Topponcino, che ancora oggi porta il suo nome e resta il miglior alleato per la sicurezza di ogni bambino fin dai primissimi giorni di vita.

Clicca qui per scoprire che cos’è e perchè non dovresti farlo mancare al tuo bambino! 

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