Si chiama “Shaken Baby Syndrome”, ovvero Sindrome del Bambino Scosso (SBS).
Solo in Italia colpisce circa 130 bambini l’anno, in media tra le prime 2 settimane di vita e i 6 mesi. Tra questi, 30 bambini l’anno non sopravvivono alla gravità delle conseguenze.
Eppure se ne parla pochissimo. Periodicamente se ne legge qualcosa sulle pagine dei giornali, di solito solo a seguito di episodi drammatici, per i quali non c’è più rimedio.
In realtà se ne dovrebbe parlare molto di più, perchè la prevenzione passa innanzitutto da una corretta informazione.
Che cos’è esattamente la SBS? E’ una patologia che si manifesta a seguito dei gravi traumi subiti da un neonato che viene scosso violentemente, spesso in un eccesso di nervosismo da parte dell’adulto che lo tiene in braccio.
Nei primi mesi di vita la scatola cranica del neonato è ancora in formazione ed i suoi muscoli cervicali sono ancora deboli: non riescono a sostenere la testa, tantomeno ad opporre resistenza allo scuotimento.
Quando accade che il neonato viene scosso, il cervello del piccolo si muove dunque liberamente nell’alveo cranico, riportando lesioni gravi che nell’85% dei casi portano danni irreparabili, sia sotto il profilo neurologico, che sotto quello psicologico.
Tra le conseguenze più comuni ci sono ritardi della crescita e dell’apprendimento, difficoltà nello sviluppo del linguaggio, danni fisici, motori, alla vista, all’udito e, nei casi più gravi, paralisi cerebrale.
Sindrome del Bambino Scosso: Come riconoscerla la SBS?
I sintomi iniziali più comuni sono vomito, inappetenza, difficoltà di suzione o deglutizione, estrema irritabilità, sonnolenza, assenza di sorrisi o di vocalizzi, rigidità nella postura, difficoltà respiratorie, difficile controllo del capo, fratture delle costole e delle ossa delle braccia.
Per questo si raccomanda sempre a chi tiene in braccio un neonato di maneggiarlo con delicatezza, senza scuoterlo, e di fare attenzione e di sorreggergli sempre la testina. Purtroppo però spesso una semplice raccomandazione non è sufficiente.
Per prevenire questo fenomeno occorre una sensibilizzazione molto più profonda e capillare, in primo luogo dei neo-genitori, ma anche di tutti coloro che partecipano alla gestione del neonato nelle prime settimane.
Infatti non occorre essere genitori violenti per causare il problema. I casi di SBS aumentano numericamente nei casi di genitori molto giovani (quindi spesso meno consapevoli) e nelle situazioni di disagio intrafamiliare (abuso di alcol o sostanze stupefacenti).
Tuttavia spesso a scatenare il fenomeno è sufficiente un momentaneo eccesso di stress o di nervosismo da parte di un genitore che normalmente è paziente e amorevole con il suo bambino. Bastano pochi secondi di perdita del controllo, magari a seguito di stanchezza, cronica mancanza di sonno, o tensioni personali di qualunque natura, e il danno è irreparabile.
Sindrome del Bambino Scosso: Come si può prevenire la SBS?
Innanzitutto, rendendo tutte le figure impegnate nella gestione del neonato consapevoli del rischio. Non solo i genitori, ma anche i nonni, gli zii, le baby sitter (si presume che le educatrici di Nido siano adeguatamente formate in materia, ma un confronto esplicito al momento della scelta del Nido non guasta).
Soprattutto le mamme, nelle settimane dopo il parto, sono spesso sottoposte ad uno stress elevato a causa dei pianti frequenti e prolungati dei loro cuccioli, e sono soggette a momenti di stanchezza. Se possiamo, diamo loro una mano. E’ un invito rivolto soprattutto ai papà: siate pazienti e non appena potete, siate presenti. Il vostro sostegno è vitale per il vostro bambino ed è la più preziosa fonte di forza per la vostra compagna.
E voi, mamme, se sentite di non farcela, se vi rendete conto che rischiate di perdere il controllo, non abusate di voi stesse e chiedete aiuto!
Se il vostro bambino piange spesso, e a volte in modo apparentemente inconsolabile, non cercate di calmarlo scuotendolo o cullandolo più forte, ma provate a mettere in atto qualcuna di queste soluzioni:
- Metterlo in un marsupio o (ancora meglio) nella fascia portabebè e camminare o danzare dolcemente
- Cullarlo nella carrozzina
- Fargli fare un giro in macchina
- Fargli un bagnetto rilassante
- Contenerlo fisicamente piegando le gambette in modo che ritorni nella posizione fetale
- Fargli sentire un rumore continuo, come un phon o un aspirapolver
Sindrome del Bambino Scosso: Altre situazioni a rischio traumi
La vita di una famiglia è costellata di momenti straordinariamente belli ed importanti, che tuttavia presentano rischi per la sicurezza dei nuovi arrivati, perchè li espongono al rischio di scuotimenti e traumi.
Per esempio durante gli spostamenti che implicano l’uso dell’automobile (in caso di urti o frenate molto brusche, anche se si usa il seggiolino omologato. Basti pensare che un bambino di 6 kg, a una velocità di 50 km/h, in caso di incidente arriva a “pesare” fino a 150 kg. Se consideriamo che la testa equivale a circa il 25% del peso corporeo totale di un neonato, comprendiamo bene quanto sia importante assicurare un bambino molto piccolo in un seggiolino adeguato alla sua dimensione e posizionato in senso contrario a quello di marcia. In questo modo si eviterà che la testina venga violentemente proiettata in avanti, causando danni sia al collo che, potenzialmente, al cervello.
Un’altra situazione che richiede attenzione, è quando fratellini e sorelline poco più grandi interagiscono con il neonato prendendolo in braccio e, senza volerlo, possono causargli urti o movimenti inappropriati.
Quindi, vi chiederete…bisogna mettere il neonato sotto una campana di vetro limitandone i contatti al minimo indispensabile? Assolutamente no, al contrario le relazioni del neonato con il contesto familiare fin dalle prime settimane di vita sono vitali, tanto nello sviluppo della sua personalità che nella costruzione dei suoi legami affettivi.
E’ quindi bene coinvolgere il piccolo nella vita della famiglia ed incentivare il contatto diretto tra tutti i suoi membri. Tuttavia: mai abbassare la guardia, ma mantenere alta l’attenzione e, se possibile, dotarsi di precauzioni a tutela della sicurezza.
Sindrome del Bambino Scosso: Il Topponcino Montessori
Uno strumento estremamente utile venne inventato tra la fine del 1800 e l’inizio del ‘900 da Maria Montessori. E’ il detto anche Topponcino, conosciuto anche come Cuscino di Sicurezza. Si tratta di un cuscinetto ovale, sottile e morbido, delle dimensioni di poco superiori a quelle di un neonato.
E’ un oggetto semplicissimo, ma la sua utilità è straordinaria, in un infinito numero di situazioni. Ne elenchiamo qui alcune, sapendo che ogni mamma e ogni famiglia ne saprà individuare molte altre, sulla base delle proprie abitudini:
Di base, il Topponcino aiuta a “maneggiare” il neonato in sicurezza, sostenendo la sua testina quando viene sollevato, contenendo dolcemente i movimenti bruschi ed evitando urti pericolosi. In questo modo il Topponcino protegge il bambino e nel contempo dà serenità a chi lo accudisce.
E’ un sostegno utile nell’allattamento, perchè facilita il mantenimento del bambino nella giusta posizione senza affaticare il braccio della mamma, rendendo questo importantissimo momento piacevole per entrambi
il Topponcino può essere usato per tenere il bambino in braccio o per deporlo nella culla (o nel passeggino, o nel seggiolino dell’auto): usato con assiduità assorbe l’odore della mamma e crea intorno al bambino un ambiente accogliente, a temperatura costante, al quale il piccolo si abituerà, traendone senso di protezione e tranquillità, anche quando lei si allontana.
Se il piccolo si addormenta in braccio, con il Topponcino sarà più semplice metterlo nella culla senza rischiare di svegliarlo. Anche i trasferimenti in auto o i passaggi di mano in mano (alla nonna, alla baby sitter, alla maestra del nido) risulteranno più sicuri.
Ben protetto nel suo Topponcino, il piccolo potrà più facilmente interagire con tutti i membri della famiglia, con grande beneficio del legame affettivo anche con fratellini e sorelline, come lui bisognosi di attenzione e interazione.
Il Topponcino è prezioso anche per appoggiare il neonato a terra o su superficie piana avendo cura di averlo messo in sicurezza, facendolo sentire libero di muoversi senza esporlo a rischi di urti o cadute.
In caso di necessità, è perfetto anche come base per il cambio del pannolino.
Il Topponcino è facile da trasportare e da utilizzare, sia in casa che fuori e i suoi benefici sono tangibili, sia per il neonato, che per gli altri membri della famiglia.
Se avete un neonato in casa o sta per arrivare, un Topponcino Montessori è sicuramente tra i primi oggetti che vi suggerisco di procurarvi, perchè aiuta il piccolo a sentirsi meglio e facilita il coinvolgimento di tutti i membri della famiglia, così facendo diminuisce lo stress dei genitori e aumenta la qualità dello stare insieme.